Finalisti Handmade Doc Fest 2017

HANDMADE DOC FEST 2017

2 agosto


Closed by hand

di Silje Ensby

Norvegia (7’20’’)

La conoscenza è fisica, manuale, concreta. Non solo intellettuale. E’ quella che Ingunn detiene e alimenta tutti i giorni con il proprio lavoro realizzando a mano funi per imbarcazioni storiche. Lo fa utilizzando fibre naturali. Il film “Closed by hand” di Silje Ensby ci mostra il processo di questo lavoro così antico e così contemporaneo.                        

 

Sekar Arum – Forging the Javanese Gamelan

di Maurice Gunning

Indonesia (7’26’’)

Il gamelan è un particolare strumento musicale dell’Isola di Giava in Indonesia. Per realizzarlo gli artigiani non devono solo fondere il metallo ma dargli anche la definizione finale della gamma tonale. Suono e materia si mescolano indissolubilmente grazie al sapiente uso delle mani che il documentarista e fotografo irlandese Maurice Gunning ci mostra nel suo film “Sekar Arum. Forging the Javanese Gamelan”.

 

Long Yearning

di Elliot Spencer

Cina (24’)

Antico e moderno sono strettamente intrecciati nel film di Elliot Spencer “Long Yearning” che esplora la vita dei cinesi alle prese con il lavoro industrializzato ripetitivo. Anche qui c’è handmade perchè, nonostante i ritmi, i lavoratori usano con sapienza le proprie mani. Estratti estrapolati dalla poesia tradizionale cinese creano un cortocircuito che ci fa riflettere sulle contraddizioni della Cina di oggi.

 

Particles

di Jesseca Ynez Simmons

USA (5’49’’)

Larry Zgoda è un maestro vetraio di Chicago. Jesseca Ynez Simmons con il film “Particles” osserva e racconta il suo approccio creativo nella realizzazione di una vetrata. E così facendo ci catapulta in un mondo magico spingendoci a guardare più in profondità, un passo oltre il quotidiano. Perché l’handmade è anche un ponte verso la possibilità di comprendere meglio le cose che ci circondano, visibili e invisibili.

 

Alien

di Morteza Atabaki

Iraq (13’58’’)

Puoi chiamarla storia, o astrazione, della vita di un anziano. Gomitoli, colori, fili, metalli. Giallo e oro. Una vita intera può essere descritta anche così. Lo fa il film iraniano “Alien” di Morteza Atabaki raccontando un lavoro che parte da lontano e che arriva fino a noi. Ed è così che la narrazione, con grande potenza visiva, giunge al nostro presente e traccia una linea verso il futuro: quella della trasmissione del sapere.

 

At the Edge of the Cape

di Panagiotis Vekris

Grecia (23’59’’)

Dimitris Κouvdis ha trascorso la sua vita ad Agios Stefanos, nell’isola di Lesbo, oggi un insediamento abbandonato dei vasai. Le memorie, l’affascinante arte dell’argilla, il forno dove il passato incontra il presente prendono forma nel documentario di Panagiotis Vekris “At the edge of the cape”. Gli occhi e la vita quotidiana dell’ultimo vasaio tradizionale e di sua moglie sono il nostro sguardo su un mondo che continua ad esistere grazie all’handmade.

 


3 agosto


1953

di Diego Vivanco

Olanda (4’15’’)

Wimmenumermolen è un antico mulino a vento dismesso e trasformato in una casa per le vacanze. Eric decide di ristrutturarlo. Dopo 250 anni quel mulino continua a girare grazie al lavoro di Eric che ha riportato alla luce saperi e conoscenze. Artigiano della contemporaneità che parla al passato e al futuro.                                                                                                                                                                                                                                 

Résonances

di Jean Julien

Korea del sud – Francia (44’)

Nel film “Résonances” di Jean-Julien Pous le mani creano un rapporto inedito con il mondo animale, la terra, l’aria, l’acqua. Due donne: una subacquea e una pastora. Due paesi: la Corea e la Francia. Due universi lontani e diversi dove l’handmade ha il potere di ricongiungere l’uomo alla natura, attraverso la cura del lavoro femminile. Jean-Julien ci racconta tutto questo attraverso un’estetica finissima ed una narrativa cinematografica innovativa.

 

Birth of a Book

di Glen Milner

UK (1’54’’)

Inchiostri, pagine, caratteri tipografici. Il digitale non ha ancora cancellato del tutto i metodi tradizionali di stampa. C’è ancora chi, usando le proprie mani, dà vita a oggetti magici: i libri. Ce lo racconta Glen Milner nel suo documentario “Birth of a book”.                                                                                                                                                                                

                                                                                                                                    

 

Hair Highway

di Alexander Groves

Cina (4’28’’)

Studio Swine è un duo composto dall’artista inglese Alexander Groves e dall’architetta giapponese Azusa Murakami. Insieme, con il film “Hair Highway”, esplorano la moderna via della seta che oggi dalla Cina trasporta anche capelli umani e si interrogano su come un materiale organico come i capelli possa rappresentare una valida alternativa alle materie naturali in diminuzione costante.  Studio Swine sperimenta con la sapienza dell’handmade e della creazione artistica, combinando i capelli alla resina e dando vita a oggetti unici.

 

Folk Cinema – untitled #5

di Mario Calderaro

Italia (17’)

Sicilia. Madonie. Uno dei paesaggi più belli d’Europa. È qui che Mario Calderaro realizza “Untitled #5”. Il suono è parte integrante delle immagini. Perché è solo con la trasmissione dei suoni e della lingua che il sapere cammina, in avanti. Dal passato al futuro. Calderaro è un artigiano del suono che con le parole e le rielaborazioni musicali disegna una mappa del sapere con cui interpretare il nostro mondo.

 

The Faglianos – A Family Business

di Glen Milner

Argentina (2’56’’)

Lo stesso lavoro da tre generazioni. Conoscenze, saperi, abilità sono stati trasmessi di padre in figlio, per realizzare scarpe a mano.   È la storia della famiglia argentina Faglianos. Ma è anche la storia di un sogno e di un lavoro. È il racconto del “fatto a mano” dove la tradizione arriva al nostro presente e avanza verso il futuro.


 4 agosto


Bandish – Symphony os Souls

di Shivangi Mittal

India (11’17’’)

Il tabla è uno strumento indiano a percussione. Nel film “Bandish- Symphony of Souls” Shivangi Mittal dipinge un ritratto delle persone che lo realizzano a mano. Un ritratto fatto di saperi, conoscenze, pratiche, ma anche di vita concreta e quotidiana. Perchè l’handmade si intreccia con la realtà attraverso la creazione di cose nuove che grazie alla maestria dell’artigiano iniziano ad abitare il nostro mondo.

The Lady Brushmaker

di José Simões

Portogallo (3’2’’)

Spazzole e scope abitano il mondo della protagonista del film di José Simões “The Lady Brushmaker”. Una donna che è innanzitutto movimento. Il regista ne riprende il moto continuo, differente, ipnotico. Un breve documentario sperimentale che è parte del Roteiro Oficinal do Porto Project, nato per raccontare il lavoro manuale e le botteghe degli artigiani portoghesi di Porto.

 

Steinway & Sons – ‘The Grand’

di Glen Milner

Germania (2’32’’)

Steinway & Sons, i pianoforti più famosi che ci siano. Li conoscono tutti, in ogni parte del mondo. Ma in pochi sanno come vengono fabbricati. In pochi conoscono le mani che lavorano il legno, l’ebano, le corde. Glen Milner nel suo documentario “Steinway & Sons. The Grand”, prodotto per la BBC,   ci racconta come nasce un pianoforte.                                        

 

With these Hands

di Reza Haeri

Iran (30’)

Mestieri antichi, bisogni moderni. Il lavoro manuale dell’artigiano non è mai uguale a se stesso ma si rinnova, giorno dopo giorno. Come accade ai nove artigiani iraniani raccontati da Reza Haeri nel film “With these hands” che ha catturato un giorno di vita e di lavoro di ognuno di loro alle prese con il cambiamento di metodi e pratiche per rispondere agli stili di vita più semplici di oggi.

 

Cinderella

di Siavash Rad

Iran (15’)

Lo sguardo di un artigiano sul lavoro artigiano. Siavash Rad   è un giovane attore e costumista iraniano. Sa benissimo cosa significhi lavorare con le mani e con il corpo. E non a caso decide di raccontare il lavoro manuale di altri artigiani, quelli che fanno scarpe a mano nel suo paese. Il suo film “Cinderella” è il ritratto di un antico mestiere visto dal punto di vista di chi condivide il metodo dell’handmade e lo reinterpreta e lo innova con la macchina da presa.

 

 

Cuts

di Emiliano Mendoza

Messico (10’19’’)

Due personaggi. Età differenti, corpi diversi, ritmi alternati.  Entrambi usano le proprie mani per creare oggetti. Il primo fa il vetraio. Il secondo il falegname. Emiliano Mendoza ce li racconta alternandoli secondo un’estetica innovativa e fortemente evocativa che rimanda a tutta la ricchezza e la forza dell’handmade.

 

 

Tary Khaneh

di Mohammadreza Shams

Iran (1’40’’)

Tary Khaneh è la storia di un vasaio iraniano che lavora secondo un metodo antichissimo, quello del tornio a piede. A raccontarcela è Mohammadreza Shams che ci mostra l’handmade in tutta la sua ricchezza. La creazione qui passa attraverso l’uso di tutto il corpo: mani e piedi vengono sapientemente utilizzati secondo ritmi, metodi, processi precisi che arrivano da lontano e si proiettano verso il futuro.


5 agosto


Five Senses of Art

di Hesam Dehghani

Iran (20’43’’)

Olfatto, gusto, udito, tatto e vista. Cinque sensi. Cinque modi diversi per fare arte, da un piccolo villaggio nel nord dell’Iran a un’isola del Sud. Un viaggio tra le mani che creano per raccontare l’arte che cambia pelle, si fonde con la cultura, la religione, le credenze e le tradizioni. E’ il viaggio che ci racconta il giovane regista iraniano Hesam Dehghani nel suo film “Five senses of Art”.

Minicu 102

di Sebastiano Messin & Agnese Reitano

Italia (13’25’’)

Domenico Di Mauro, detto Minicu U Pitturi, 102 anni. Siciliano. Le sue opere sono esposte in tutto il mondo. In tanti hanno visitato la sua bottega, da Carlo Levi a Pierpaolo Pasolini, da Francesco Rosi a Milo Manara. Oggi Sebastiano Messin insieme ad Agnese Reitano raccontano la sua storia nel documentario “Minicu 102”. Un incontro con un pezzo di storia vivente e con la potenza creatrice di un artista.

 

La città dei sarti

di Raffaele Ponticelli

Italia (19’19’’)

Ai primi del Novecento gli abitanti di Casalnuovo di Napoli lasciarono il lavoro nei campi e si dedicarono all’artigianato. Sartoria e calzature. Oggi, a distanza di più di un secolo, quella tradizione resiste, cambia e si innova. Filippo Filetti nel suo film “La città dei sarti” ci racconta la passione di quelle mani così preziose che fanno parlare in tutto il mondo degli artigiani della moda casalnuovese.

 

A Thousand Hands Ago

di Silje Ensby

Norvegia (10’30’’)

La trasmissione della conoscenza è tanto intangibile quanto concreta. Lo dimostra il lavoro del costruttore danese di kayak Anders Thygesen che costruisce un “iqyax Aleutian” sulla riva del suo lago locale. A raccontarcelo è il film di Silje Ensby “A Thousand Hands Ago” che riflette sul processo di apprendimento di queste abilità di maestri che Anders non ha mai incontrato.

 

Let’s our men dance

di Hiwa Aminnejad

Iran (5’)

In Kurdistan le donne realizzano a mano gli abiti da ballo per i loro uomini. Qui le differenze di genere diventano la matrice di un lavoro artigianale antico che si tramanda attraverso consuetudini familiari, regole sociali, tradizioni e usanze antiche. Hiwa Aminnejad nel film “Let’s our men dance” ci racconta il lavoro della tessitura per restituirci un mondo in cui l’handmade porta in sé significati, valori, légami.


6 agosto


Proclamazione vincitore concorso e proiezione documentario